In Italia ci
sono più scrittori che lettori. A dirlo non è la statistica, ma un’idea diffusa
che a volte cavalcano persino gli editori. Quello che è certo è che in Italia
si legge poco. Ben vengano allora le iniziative volte a promuovere la lettura,
come la nostra biblioteca si sforza di fare in un quartiere popolare come Borgo
Vittoria.
Spulciando tra giornali e servizi televisivi,
tuttavia, si scopre come la lettura sia diventata un ambito di azione sociale
in cui si stanno sperimentando progetti creativi molto interessanti e
innovativi. In realtà in Italia ci si limita a importare idee nate all’estero,
ma che ugualmente hanno il valore di combattere la poca affezione che nutre il
nostro popolo verso i libri, fino a rappresentare una vera e propria emergenza
sociale.
Potremmo cominciare dal BookCrossing, un fenomeno
nato nel 2001 in Inghilterra mutuando il termine da bookcrossing.com, una sorta
di club dei libri gratuiti on-line. Dal 2004 è diventato un vocabolo accolto
nel Concise Oxford English Dictionary.
In sostanza la pratica del BookCrossing, molto
diffusa in Europa e in Italia, consiste nell’abbandonare i libri dove capita
per metterli a disposizione della collettività e facilitare lo scambio di
letture. Chi lo desidera può scegliere di lasciare i libri su una panchina, sul
tavolino di un bar, su un muretto nella speranza che qualche fortunato decida
di portarli a casa, leggerli e posarli in un altro posto, proseguendo la
catena.
Il BookCrossing, però, negli anni si è
organizzato in una vera e propria rete strutturata con i più fantasiosi
supporti come scatole, cassette o carretti su cui è possibile depositare i
libri, prendendo e donando volumi da far circolare.
Nel 2009 in
America sono nate le Little Free Library, cassette simili a quelle della posta
disseminate nei parchi in cui è possibile prendere e lasciare volumi. L’ideatore
è Todd Bol, imprenditore del Wisconsin che ha fatto proseliti in tutto il
mondo, compresa l’Italia, dove le reti di Little Free Library stanno nascendo
nei parchi come in spiaggia.
Il primo
progetto nostrano risale al 2012, per merito di Giovanna Iorio, che installò la
sua cassetta in un parco romano. Altri sono stati realizzati in Lombardia e
Puglia, anche con il supporto delle biblioteche civiche.
C’è da sperare che questo nuovo fenomeno
possa diventare in pochi anni una vera e propria rivoluzione che avvicini la
gente ai libri e li incoraggi a frequentare i luoghi in cui i libri aspettano
solo di essere letti, a costo zero, come le biblioteche.
Nessun commento:
Posta un commento