mercoledì 15 luglio 2015

BookCrossing e Little Free Library



In Italia ci sono più scrittori che lettori. A dirlo non è la statistica, ma un’idea diffusa che a volte cavalcano persino gli editori. Quello che è certo è che in Italia si legge poco. Ben vengano allora le iniziative volte a promuovere la lettura, come la nostra biblioteca si sforza di fare in un quartiere popolare come Borgo Vittoria.
 Spulciando tra giornali e servizi televisivi, tuttavia, si scopre come la lettura sia diventata un ambito di azione sociale in cui si stanno sperimentando progetti creativi molto interessanti e innovativi. In realtà in Italia ci si limita a importare idee nate all’estero, ma che ugualmente hanno il valore di combattere la poca affezione che nutre il nostro popolo verso i libri, fino a rappresentare una vera e propria emergenza sociale.
 Potremmo cominciare dal BookCrossing,  un fenomeno nato nel 2001 in Inghilterra mutuando il termine da bookcrossing.com, una sorta di club dei libri gratuiti on-line. Dal 2004 è diventato un vocabolo accolto nel Concise Oxford English Dictionary.
 In sostanza la pratica del BookCrossing, molto diffusa in Europa e in Italia, consiste nell’abbandonare i libri dove capita per metterli a disposizione della collettività e facilitare lo scambio di letture. Chi lo desidera può scegliere di lasciare i libri su una panchina, sul tavolino di un bar, su un muretto nella speranza che qualche fortunato decida di portarli a casa, leggerli e posarli in un altro posto, proseguendo la catena.
 Il BookCrossing, però, negli anni si è organizzato in una vera e propria rete strutturata con i più fantasiosi supporti come scatole, cassette o carretti su cui è possibile depositare i libri, prendendo e donando volumi da far circolare.





Nel 2009 in America sono nate le Little Free Library, cassette simili a quelle della posta disseminate nei parchi in cui è possibile prendere e lasciare volumi. L’ideatore è Todd Bol, imprenditore del Wisconsin che ha fatto proseliti in tutto il mondo, compresa l’Italia, dove le reti di Little Free Library stanno nascendo nei parchi come in spiaggia. 

 













 
 
Il primo progetto nostrano risale al 2012, per merito di Giovanna Iorio, che installò la sua cassetta in un parco romano. Altri sono stati realizzati in Lombardia e Puglia, anche con il supporto delle biblioteche civiche.


 C’è da sperare che questo nuovo fenomeno possa diventare in pochi anni una vera e propria rivoluzione che avvicini la gente ai libri e li incoraggi a frequentare i luoghi in cui i libri aspettano solo di essere letti, a costo zero, come le biblioteche.
 

Nessun commento:

Posta un commento